La potenza degli obiettivi ben formati

Potenza degli obiettivi ben formati

Può sembrare una moda quella di parlare di obiettivi e strategie per raggiungerli e invece sono il motore dell’avanzamento efficace. 

Avere obiettivi ben formati significa indirizzare correttamente i pensieri, creare una mappa mentale limpida che supporta nel percorso operativo. 

Come formulare correttamente un obiettivo?

Secondo il metodo  S.M.A.R.T. un obiettivo deve essere specifico, misurabile, raggiungibile, realistico e temporalmente definito… e sicuramente aiuta seguire questa traccia per mettere a punto gli obiettivi.

La PNL invece parla di O.B.F. obiettivi ben formati. 

La PNL (Programmazione Neuro Linguistica) è una disciplina centrata sulla comunicazione e sul linguaggio che studia l’esperienza soggettiva e mira ad aiutare le persone attraverso il linguaggio e i comportamenti comunicativi, aiutandole a scegliere le parole giuste per descrivere sé stessi agli altri e il mondo a sé stessi, e a adottare comportamenti efficaci e sinergici con gli obiettivi che la persona si pone.

Secondo la PNL, un obiettivo ben formato va espresso in positivo, ovvero “voglio ottenere la giusta gratificazione per il mio lavoro” al posto di “non voglio più sentirmi considerato/a uguale agli altri”.

Il raggiungimento dell’obiettivo poi, va posto sotto il proprio controllo, ovvero la persona deve esprimere quali sono le azioni che si possono mettere in campo per raggiungerlo.

Sempre secondo la PNL l’obiettivo deve essere descritto nel modo più specifico e più dettagliato possibile. (“giusta gratificazione” è generico. Qual è la giusta gratificazione per te? Un aumento economico o una promozione o l’ufficializzazione di un ruolo? A quanto ammonta l’aumento economico e a quale tipo di promozione ambisci?).

Il risultato deve essere verificabile attraverso i sensi, ovvero ci si prefigura come ci si sentirà quando l’obiettivo sarà raggiunto immaginando attraverso i 5 sensi: come appariremo a noi stessi e agli altri quando avremo raggiunto l’obiettivo? Quali parole di apprezzamento ascolteremo  quando avremo raggiunto l’obiettivo? Che profumo avrà la vittoria? Come celebreremo l’obiettivo raggiunto? Quale sensazione rappresenterà la vittoria?

Fatto questo esercizio di proiezione, si passa al contesto attuale e si inseriscono le azioni che si è pensato di mettere in campo per raggiungere l’obiettivo prefisso, per capire quante e quali risorse saranno necessarie per raggiungerlo. Nella contestualizzazione dell’obiettivo vanno possibilmente preservati gli aspetti positivi, i vantaggi ed i benefici preesistenti, oppure vanno sostituiti con valide alternative.

Sempre immaginando di ottenere l’obiettivo prefisso, vanno poi valutate le conseguenze e gli effetti collaterali: ottenere l’obiettivo quali conseguenze porterà sul piano personale e professionale? Ci sono effetti collaterali e conseguenze sostenibili?

Se la formulazione dell’obiettivo ha affrontato tutti questi step e si è specificato il percorso al punto giusto, non resta che definire il primo passo

Ed ecco che il desiderio di ottenere la “giusta gratificazione” per il proprio lavoro si trasforma in un racconto a sé stessi simile a questo: 

Quest’anno voglio ottenere la giusta gratificazione per il mio lavoro che consiste in un riconoscimento ufficiale del mio ruolo e un aumento di almeno 100 euro netti al mese in busta paga.

Farò in modo che “il capo” riconosca il mio impegno la qualità del mio lavoro e la mia affidabilità. Come prima cosa gli chiederò un colloquio in cui gli esporrò la quantità di attività che svolgo, il livello di qualità al quale mi impegno a lavorare, le differenze esistenti tra il mio lavoro e quello degli altri in termini di tempo, impegno, puntualità, qualità, affidabilità. Segnalerò i punti di miglioramento possibili e le eventuali strategie da adottare per il miglioramento ed espliciterò il mio desiderio di essere maggiormente gratificato/a per il mio lavoro. Se mi proporrà un riconoscimento in termini di qualifica e responsabilità, ufficializzando il riconoscimento al resto del team (nominandomi ad esempio referente per un processo o responsabile), sarò all’altezza del ruolo e saprò adottare i comportamenti giusti per il ruolo ufficializzato. Gli chiederò anche la gratificazione economica. Voglio arrivare ad avere 100 euro netti in più al mese in busta paga. So che mi chiederà di fare di più di quanto faccio oggi ma sono pronto/a. Posso dare più tempo e/o posso rendermi disponibile per apprendere nuove conoscenze e/o competenze. Quando sarò adeguatamente gratificato/a mi sentirò soddisfatto/a di me stesso/a e  la mia immagine professionale sarà esattamente quella che desidero, di competenza ed esperienza. 

Sarò un/a referente/responsabile presente, affidabile, disponibile, giusto/a ed equilibrato/a nelle valutazioni. Le persone che lavoreranno con me apprezzeranno la mia capacità di assumermi le responsabilità, di trovare sempre una soluzione,  e sapranno che il lavoro è improntato su criteri di massima professionalità.

Quando sarò ufficialmente “il/la responsabile” offrirò il mio supporto  ai colleghi e per celebrare il raggiungimento del mio obiettivo  mi concederò qualcosa di speciale. Certo ci sarà  da risolvere il problema della collega che anche se non è stata mai ufficialmente nominata responsabile o referente di quel processo,  ci si sente per consuetudine. Potrebbe sentirsi “demansionata”. E poi c’è da considerare che se venissi  nominata/o responsabile di quello specifico processo dovrei aumentare le mie conoscenze, perché ancora non conosco alla perfezione tutte le sequenze di quel processo. Le conosco abbastanza bene per essere una addetto/a ad una o più sequenze, ma in qualità di responsabile dovrò approfondire le mie conoscenze. Potrebbe poi emergere la necessità di cambiare i miei orari di orari di lavoro, perché in qualità di responsabile le esigenze dell’azienda potrebbero essere diverse. Tuttavia, ho pensato che potrei nominare la collega referente di processo e delegarle la verifica delle sequenze ed io mantenere la responsabilità della qualità, potei dedicare dai 4 ai 6 mesi per apprendere le conoscenze che mi mancano ed eventualmente coinvolgere la collega referente, in modo da parificare e allineare le nostre conoscenze, e relativamente all’orario di lavoro posso chiedere che non venga toccato l’orario di uno specifico giorno per esigenze familiari e per il resto dei giorni dare un range di  disponibilità. Se mi garantiscono il rispetto dell’orario della mia giornata “di famiglia” e l’aumento di 100 euro netti al mese in busta paga, posso affrontare il cambiamento almeno per i prossimi due anni.

In questo racconto a sé stessi ci sono tutti i punti previsti in  un obiettivo ben formato. Attraverso il racconto a sé stessi dell’obiettivo si passa  a immaginare le possibilità, gli ostacoli possibili e le opportunità. Si individua una strada e si immagina la storia come se fosse un film, il film del “nostro” successo. 

Anche formulare l’obiettivo con lil metodo S.M.A.R.T. è altrettanto efficace:

Specific (specifico):

  • Voglio essere gratificato economicamente.
  • Voglio essere gratificato qualitativamente (promozione/ufficializzazione del ruolo).
  • Voglio essere gratificato economicamente e qualitativamente.

Measurable (misurabile):

  • Devo ottenere un aumento di almeno 100,00 euro netti al mese entro il 31.12.2023.
  • La promozione/ufficializzazione del ruolo deve essere fatta entro il 30 giugno di quest’anno.
  • La promozione/ufficializzazione deve avvenire entro il 30 giugno e deve comportare un aumento in busta paga di minimo 100 euro netti al mese. 

Achievable (raggiungibile):

  • Entrambi (promozione/ufficializzazione e aumento) sono effettivamente alla portata di mano. 

Realistic (realistico):

  • È realistico/ realizzabile  perché ci sono state altre promozioni e gratificazioni prima della mia.
  • Il  capo ha sempre detto che chi dimostra di tenere al proprio lavoro e all’attività sarà premiato.
  • è realizzabile perché io farò in modo che si realizzi. 

Time-based (temporalmente definito):

  • Entro il 30 giugno, entro fine anno. 

Gli stessi principi e criteri valgono per tutti i tipi di  obiettivi.

Affinché funzionino, gli obiettivi  richiedono un atto di umiltà. Bisogna provare a seguire il metodo. Bisogna provare a mettersi davanti a un foglio bianco e delineare i propri obiettivi seguendo in modo preciso una delle due tracce (SMART o PNL),  facendo attenzione alle parole che si scelgono per descrivere e raccontare il raggiungimento dell’obiettivo.

Fatti bene, gli obiettivi  sono una potenza, è come programmare il cervello per il proprio successo. Fatta questa precisa e puntuale programmazione, il nostro cervello tenderà a comportarsi come previsto, avendo già immaginato lo scenario, i possibili ostacoli e le conseguenze. Ci farà percepire “facile” il raggiungimento di quell’obiettivo che sarà sotto il nostro controllo, restituendoci un’immagine di professionalità ed efficacia.  

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