Costi delle prestazioni: l’importanza di listino e tempario dello Studio odontoiatrico

Listino e tempario nello studio odontoiatrico

In sanità, il fattore tempo-operatore è il vero punto di equilibrio tra valore clinico e sostenibilità economica.
A prescindere dal successo o dalle dimensioni dello Studio, il tempo del professionista rappresenta insieme il potenziale e il limite della produttività: ogni ora clinica disponibile è una risorsa finita, che va utilizzata con intelligenza, organizzazione e consapevolezza economica.

Il tempo come risorsa economica

Il valore reale, in un contesto sanitario, non risiede solo nell’atto medico ma nel tempo che il professionista e la sua équipe dedicano al paziente.

Quel tempo, però, per essere trasformato in valore percepito e in equilibrio economico, necessita di un sistema organizzato di supporto: segreteria, assistenti, sterilizzazione, gestione amministrativa, approvvigionamenti, comunicazione, marketing, compliance.

Tutto ciò costituisce la piattaforma di servizi che consente al professionista di esprimere al meglio la propria arte medica.

Quella piattaforma, costruita e mantenuta attraverso risorse umane, processi e strumenti, è il cuore dei costi indiretti dello Studio. Senza considerarle nella corretta misura, si rischia di immaginare marginalità che non esistono, sovrastimando i ricavi netti delle prestazioni e trascurando il peso della struttura che li rende possibili.

Per questo, ogni analisi economica seria deve partire da una domanda semplice…

Quanto costa davvero un minuto di tempo clinico?

Da questa risposta discendono tutte le altre: la sostenibilità del listino, la pianificazione del personale, la produttività per riunito, la capacità d’investimento e, in ultima analisi, la tenuta economica dell’impresa sanitaria.

L’obiettivo dell’analisi dei costi è proprio questo: misurare con precisione il valore del tempo e tradurlo in strumenti di governo, come il listino e il tempario interno, che rendono tangibile la relazione tra attività clinica e risultati economici.

L’odontoiatria è una branca medica ad alto tasso di investimento: non si tratta (solo) di strumenti o attrezzature, ma di un ecosistema tecnico, organizzativo e formativo che richiede risorse costanti.

Per dare qualche ordine di grandezza: un apparecchio Cone Beam moderno per imaging 3D può costare nell’ordine di 50.000-100.000 €, a seconda della configurazione, del brand e del campo d’azione (volume, risoluzione, accessori).

Un riunito di ultima generazione, con sistemi integrati e automazioni, può facilmente raggiungere una fascia di prezzo tra 15.000 e 40.000 €, specialmente se dotato di comfort, e moduli aggiuntivi (illuminazione, aspirazione, comandi touch). L’allestimento completo di un riunito — con elementi ausiliari, moduli di supporto, aspirazione, illuminazione, attrezzature ausiliarie — porta ulteriormente all’investimento strutturale necessario.

A questo si aggiungono le tecnologie digitali: uno scanner intraorale, ad esempio, può costare tra 7.000 e 20.000 € a seconda del modello, del brand e del software CAD/CAM integrato.

E ancora: strumenti rotanti di precisione, frese di alta qualità, materiali specifici per ciascuna branca (endodonzia, parodontologia, implantologia, ortodonzia, protesi, pedodonzia etc.), linee di sterilizzazione, manutenzioni tecniche, aggiornamenti software.
Infine, non è trascurabile il costo della formazione continua: in un settore che evolve rapidamente, i corsi, le certificazioni, l’aggiornamento, le sperimentazioni sono investimenti obbligati per mantenersi al passo.

Tutto questo significa che l’investimento necessario è significativo e inevitabilmente incide sul listino: è una componente strutturale che deve essere compresa e valorizzata, affinché il prezzo applicato garantisca la sostenibilità dell’impresa e l’erogazione del servizio in alta qualità.

Quanto mi resta in tasca: la vera analisi dei costi

Quando un dentista inizia ad affrontare i temi della redditività e della produttività, la prima domanda è quasi sempre la stessa: “Alla fine, quanto mi resta in tasca, netto?” È una domanda legittima, e anzi fondamentale.
Perché ciò che resta — il margine netto — non è solo la misura economica del lavoro svolto, ma il risultato che giustifica l’investimento di una vita, gratifica l’impegno quotidiano e, soprattutto, garantisce la sostenibilità del progetto di impresa.

Dietro quella cifra, però, si nasconde molto di più di un semplice saldo contabile.
L’imprenditore sanitario non può limitarsi a osservare il dato del reddito netto, ma deve considerare la capacità di reinvestire per mantenere il livello di qualità clinica nel tempo. il futuro delle persone che lavorano con lui e la stabilità della struttura.

Per rispondere a quella domanda in modo preciso e non approssimativo, è necessario un vero lavoro di analisi:

  • scomporre i costi secondo la logica dei centri di costo 
  • scomporre il fatturato per branca, per calcolare l’incidenza dei costi diretti su ciascuna area;
  • conoscere la produttività media per ora, per riunito e per operatore;
  • determinare i giorni produttivi annui effettivi, considerando ferie, assenze, manutenzioni e momenti non clinici.

Senza questi dati chiave, le informazioni economiche rischiano di essere imprecise o addirittura fuorvianti, portando a decisioni istintive e non fondate.

Avere una vera analisi dei costi significa costruire un processo di conoscenza che richiede affinamento progressivo, capacità di lettura e confronto periodico.
È un percorso che trasforma il professionista in imprenditore consapevole, capace di capire non solo quanto produce, ma come e a quale costo.

Il valore strategico di listino e tempario

Un listino-tempario clinico ben costruito è la traduzione economica della strategia professionale dello Studio.
Il tempario rappresenta lo strumento che assicura coerenza tra pianificazione clinica, organizzazione e redditività. Un tempario efficace non può limitarsi a stimare il tempo strettamente clinico della prestazione, come avveniva in passato.
Oggi, per garantire la sicurezza delle cure e la tracciabilità organizzativa richiesta dalla Legge Gelli, il tempo agenda deve riflettere l’intero ciclo operativo della prestazione:

  • 5 minuti di riordino e sanificazione della postazione;
  • 5 minuti di preparazione per il paziente successivo;
    tempi che aumentano ulteriormente per le prestazioni ad elevato indice di aerosol o per quelle che richiedono l’uso di apparecchiature dedicate.

In passato, la durata veniva calcolata considerando soltanto il tempo clinico, ma oggi questa logica non è più sostenibile.
Un tempario incompleto rischia infatti di comprimere il tempo utile, generando sovraccarico operativo, stress organizzativo e una sottostima del costo effettivo del tempo.

Aggiornare e verificare periodicamente il tempario significa, quindi:

  • garantire che i tempi agenda riflettano la realtà operativa;
  • mantenere la congruenza tra produttività, sicurezza e qualità del servizio;
  • evitare che il tempo, cioè il costo indiretto più significativo, venga sottostimato e finisca per erodere i margini economici delle prestazioni.

Un tempario aggiornato è, in definitiva, una forma di governance clinico-organizzativa: permette di allineare la programmazione, la sicurezza e la redditività, assicurando che il valore del tempo sia sempre correttamente stimato e protetto.

L’importanza di conoscere per governare

L’analisi dei costi non serve a ridurre le spese, ma a riconoscere il valore reale del tempo, del lavoro e delle risorse.

Ogni minuto operativo, ogni decisione organizzativa e ogni investimento concorrono alla sostenibilità dell’impresa sanitaria.

In un sistema sanitario in continua evoluzione e complessità gestionale, il controllo economico diventa una forma di tutela: tutela della qualità clinica, del team, del paziente e del futuro dello Studio.
Un listino aggiornato e un tempario realistico non sono strumenti burocratici, ma le fondamenta della sicurezza economica e professionale.

Solo conoscendo i propri numeri si può guidare la crescita, pianificare gli investimenti e garantire continuità al progetto di cura.
La vera redditività nasce dalla coerenza: tra ciò che si promette, ciò che si fa e ciò che si misura.

In odontoiatria, come in ogni impresa ad alto valore umano, la qualità delle decisioni nasce dalla qualità dei dati.
E la consapevolezza economica è la prima forma di responsabilità verso il proprio lavoro, il proprio team e i pazienti.

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